Là dove c’era un laghetto ora c’è… la Via Larga Milano

Scritto da il Luglio 3, 2022

Là dove un tempo c’era un laghetto formato da un’ansa del fiume Seveso, oggi c’è la via Larga.

Prima i Romani trasformarono il laghetto in porto fluviale, costruendo argini e banchine, poi lo prosciugarono con opere idrauliche. Via Laghetto e via Pantano, a sud di via Larga a Milano, restano gli unici segni visibili della presenza antica dell’acqua in quella zona.

Infine, gli Spagnoli, durante la loro dominazione della città di Milano, allargarono la via stretta per consentire il passaggio dei carri di carnevale che uscivano dal Palazzo Reale e per agevolare le manovre delle carrozze. La chiamarono via Larga perché era lunga, ed in spagnolo lunga si dice larga.

Oggi via Larga ha conservato un ruolo importante nel cuore della città. Lungo i suoi fianchi si trovano i segni, magnificamente vivi, di storie antiche e moderne.

Largo Augusto: il mercato storico e la colonna della peste

Percorrendo la via da est verso il Duomo, troviamo subito sulla destra il Largo Augusto con al centro la colonna del Verziere, una colonna di granito realizzata nel 1580 come ex voto per la fine della peste del 1577.

Il Verziere, è stato uno dei mercati di frutta e verdura più grandi e più importanti della città e, dalla metà del ‘700 al 1911, ha aperto i suoi banchi alimentari in Largo Augusto.

Poco più avanti, sulla sinistra, troviamo la statua del poeta milanese Carlo Porta, che nel 1814 scrisse una delle sue opere più importanti, il poemetto “La Ninetta del Verzee”, in un coloritissimo dialetto milanese, a tratti esilarante, ambientando le tragiche vicende della giovane Ninetta proprio lì, al mercato del Verziere.

Due chiese in una piazza

Dietro la statua di Carlo Porta si apre, maestosa, la piazza Santo Stefano, con le due magnifiche chiese a farle da cornice: La basilica di Santo Stefano Maggiore ed il Santuario di Bernardino da Siena alle Ossa. Quest’ultimo, che dà le spalle a via Larga, conserva all’interno il suggestivo ossario, la cappella decorata con i teschi e le ossa provenienti dai cimiteri del vecchio ospedale, soppresso nel 1652.

Il teatro del popolo in via Larga Milano

Procedendo ancora sulla via Larga troviamo, sulla destra, un bellissimo teatro, il Teatro Lirico, uno storico teatro milanese, la cui struttura originaria venne costruita, su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini, insieme al Teatro alla Scala, dopo la distruzione, a causa di un incendio, del teatro Regio Ducale che si trovava all’interno del Palazzo Reale.

Venne inaugurato il 21 agosto 1779 e, mentre il Teatro alla Scala era destinato a diventare il teatro nobile della città, il teatro Lirico doveva diventare il suo teatro popolare.

L’aspetto attuale del teatro è il risultato della ricostruzione avvenuta nel 1938, dopo un incendio che aveva distrutto l’edificio del Piermarini, e di una importante recente ristrutturazione conclusasi con la riapertura del teatro nel dicembre del 2021, dopo più di venti anni di chiusura.

Il Teatro Lirico, su petizione dei cittadini milanesi, è stato intitolato a Giorgio Gaber che proprio in questo teatro ha svolto una parte importante della sua attività artistica.

La torre italiana nella piazza spagnola

Arriviamo, in fine, con questa passeggiata virtuale, in Piazza Velasca, la piazza il cui nome evoca di nuovo la dominazione spagnola, fu intitolata infatti al governatore spagnolo Juan Fernàndez de Velasco.

Molti anni più tardi, tra il 1955 ed il 1957, proprio al centro della piazza, venne realizzata, su progetto dello studio di architetti BBPR, l’omonima torre, la Torre Velasca, qualche metro più bassa del Duomo, come si era soliti fare per rispetto verso l’edificio più importante della città.

La Torre Velasca è uno dei simboli di Milano, “la torre con le bretelle” come ironicamente fu chiamata dai milanesi, probabilmente il “torracchione di vetro e cemento” come ce la descrive lo scrittore Luciano Bianciardi nel suo romanzo più noto, La Vita agra.

 

Luana Falasca per il Tacchino Curioso


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