Vasco Rossi e Piero Pelù: compleanni tondi e una data comune a Milano

Scritto da il Febbraio 11, 2022

È stata la settimana dei compleanni eccellenti nel panorama del rock italiano: prima i 70 anni di Vasco Rossi, ieri i 60 di Piero Pelù. Due rocker molto diversi tra loro, divisi idealmente dall’Appennino tosco-emiliano. Ma in comune hanno la capacità di arrivare dritti alla pancia e al cuore della gente con la loro musica e le loro parole.

 

Vasco durante un live

Vasco durante un live

SETTANTA VOLTE UNA VITA SPERICOLATA

Il 7 febbraio è stato il compleanno numero 70 per il Blasco nazionale. A guardarlo oggi, si potrebbe pensare che li ha addosso ma non li sente.

Eppure, lo immaginiamo – anzi, in parte lo sappiamo – non può essere così. Vasco è e resterà per sempre il manifesto vivente della vita spericolata, di quella che tutti credevano si sarebbe spezzata presto come i fragili fili che tenevano insieme i frammenti di Janis Joplin o Brian Jones, per fare soltanto due esempi.

Forse Vasco Rossi è stato soltanto fortunato, non lo sapremo mai. Sono stati scritti libri, esistono teorie fantasiose e racconti che sfiorano il mitologico.

Quello che resta è un uomo di 70 anni che ancora non si è rassegnato all’idea del tempo che passa; anzi, non vede l’ora di tornare sui palchi di tutta Italia.

Quello che emerge è la sua attitudine rock, che mai lo rende anacronistico. Vasco è rock nel modo di camminare, nel modo di parlare. Era rock persino quando faceva il dj in radio.

Piero Pelù durante un foto shooting

Piero Pelù durante un foto shooting

PELÙ E IL SODALIZIO CON GHIGO

Lo stesso si può dire di Piero Pelù, 60 candeline tonde spente proprio ieri e di cui parleremo domani nella puntata di Razione K.

Rispetto a Vasco, tuttavia, il leader dei Litfiba ha scelto di appendere il microfono all’asta alla fine del 2022.

Lui e Ghigo Renzulli hanno deciso di portare in scena l’ultimo tour, chiamato epicamente L’ultimo girone, per chiudere in grande stile i 42 anni di carriera vissuti insieme tra alti (molti) e bassi (non pochi).

Scatenato, a volte eccessivo, critico e visionario, Pelù ha interpretato dai palchi quattro decenni visti attraverso la mediazione del suo sguardo: facendo pochi prigionieri.

Qualche volta si è piegato alle leggi del mercato (niente vergogna, dai, lo hanno fatto un po’ tutti… anche Vasco) ma la sua scorza è sempre stata riconoscibile. Anche lui, come Vasco, è sostanza rock oltre che forma.

E poi c’è quell’inspiegabile reazione chimica che si innesca quando il suo timbro vocale incontra i settaggi sonori della chitarra di Ghigo Renzulli.

Senza di lui, non avremmo avuto quei Litfiba. Ma anche senza Piero i Litfiba non erano più loro.

A un certo punto l’identità si perse lo stesso mentre continuavano a percorrere il medesimo tratto di strada, e allora è arrivata inevitabile la separazione.

I LIVE DI MILANO

Ma come nelle favole spesso cantate da Vasco, quello che potremmo fare io e te/non lo puoi neanche immaginare: per questo e molto altro, i Litfiba sono sempre tornati insieme.

Ecco perché non vediamo l’ora che Piero e Ghigo passino ancora e per l’ultima volta da Milano, il prossimo maggio, nel teatro più rock della città: il redivivo Alcatraz.

Stesso mese, stessa città e curiosamente stesso giorno anche per Vasco: per lui l’appuntamento è all’Ippodromo, parco di Trenno.

Auguri al rock, in alto i calici: è ancora vivo, forse in un eterno crepuscolo, ma continuerà a festeggiare compleanni come questi. E concerti come questi.

Peccato che se ne possa sceglierne soltanto uno alla volta.


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