Ballad rock ed epica letteraria: ci sono punti in comune?

Scritto da il Aprile 6, 2023

Che cos’hanno in comune le ballad rock e il poema epico cavalleresco?

Questa è la domanda che mi ha colto di sorpresa un pomeriggio di qualche settimana fa, mentre YouTube mi proponeva Always di Bon Jovi in sottofondo.

Mi sono perciò ripromesso di mettere insieme una manciata di idee, di buttare giù una teoria, anche se appena appena accennata e, forse, molto attaccabile.

Tutto questo per giustificare la voglia e il bisogno di ascoltare e analizzare brani da pelle d’oca, alcuni più di altri.

Un pretesto nobile per la causa, insomma.

Perciò la nostra automobile del rock farà un viaggio più nel tempo che nello spazio: si parte dal 1200 circa e si arriverà comodi comodi al nuovo millennio.

Filo conduttore sarà sempre il rock, certo, ma soprattutto sarà il sentimento.

Immaginatevi, se vi aggrada miei fedeli scudieri, Sebastian Bach degli Skid Row o James Hetfield dei Metallica che vestono la cotta di maglia brandendo lo spadone, issati sui rispettivi destrieri, alla ricerca della pulzella da salvare o dalla quale farsi perdonare.

Come nasce il poema epico cavalleresco

Miniatura di un duello tra cavalieri

Miniatura di un duello tra cavalieri

Il poema cavalleresco nasce dal cosiddetto Cantare, ovvero sia una narrazione in ottave e in rime, spesso accompagnata da un componimento musicale, diffusa dai poeti popolari, detti canterini o giullari.

E chi sono i cantanti, se non giullari moderni? Pensateci: compongono versi che appoggiano su una musica, girano raminghi il mondo raccontando storie in cambio di denaro e cibo (beh, taluni preferiscono le droghe al cibo).

In comune con i poeti cavallereschi, inoltre, hanno spesso amori non corrisposti o inarrivabili, struggimenti, condividono con codesti desiderio e pentimento, la colpa, la voglia di riscatto.

Pensate proprio a Always, Bed of Roses, I’ll be there for you: Bon Jovi ha costruito una carriera anche intorno all’amore e al tentativo di redimersi.

Attraverso certe avventure, i nostri giullari/cantori/rocker crescono e migliorano. Forse.

Questo, in sostanza, è il viaggio dell’eroe.

Che cos’è il viaggio dell’eroe

Il guerriero spartano nell'immaginario collettivo

Il guerriero spartano nell’immaginario collettivo

Ma che cos’è, dunque, il viaggio dell’eroe?

Se parliamo di espediente narrativo, è il passaggio da uno stato di quiete ad un nuovo stato di quiete dopo aver attraversato pericoli, superato ostacoli e scoperto una nuova parte di sé, proprio grazie a tutto questo.

Il viaggio dell’eroe, in fondo, è il viaggio di ognuno di noi, ogni vita è una narrazione.

O se preferite, l’espediente si adatta all’esistenza umana: il passaggio da chi siamo a chi diventeremo, da quel che conosciamo a ciò che conosceremo.

A volte è un ritorno, amplificato dall’esperienza acquisita.

Tutto questo, in definitiva, ci ha permesso di empatizzare tanto con Dante quanto con Mick Jagger, tanto con Angelica dell’Orlando furioso quanto con Angie degli Stones.

E se il poema epico cavalleresco è identificativo di un preciso momento storico che si attesta tra l’Undicesimo e il Tredicesimo secolo, le migliori ballad rock si collocano tra gli anni ’70 e ’90, con qualche meravigliosa eccezione.

Un esempio: Love is only a feeling dei The Darkness (2004).

La power ballad e il contatto con il Jazz

Primo piano di Bon Jovi

Primo piano di Bon Jovi

La power ballad è un pezzo lento, melodico, dolce, molto emotivo, che si solito va a indagare la nostalgia, il dolore, anche l’abbandono. Chiedere ai Poison di Every rose has its thorn per conferma.

In questo, la power ballad si discosta dall’epica cavalleresca e, forse, ha un impatto maggiore.

Del resto, a prescindere dal contesto, quello che ci arriva all’orecchio da radio, cd e vinili è sempre più immediato della lettura.

Saccheggiando il sito della Treccani, emerge che la ballad nasce nel linguaggio Jazz, e identifica naturalmente pezzi leggeri e lenti, spesso scritti da grandi del genere come Gershwin o Cole Porter che, in fatto di talento, possono essere accostati ai grandi autori della letteratura epica.

A conti fatti, dunque, possiamo tirare per i capelli un’idea e farla calzare. Solo a patto, però, di tenere in mano la bussola dell’arte e del sentimento. Quello è sempre il nostro Nord.

 


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