GIULIANO SANGIORGI: UNA VITA TRA ROCK, POP, NEGRAMARO E PAROLE

Scritto da il Gennaio 24, 2022

Compie oggi 43 anni Giuliano Sangiorgi, voce e leader dei Negramaro, scrittore di successo con due romanzi all’attivo, autore e compositore per i nomi più importanti della musica italiana. Un artista completo che ha sfiorato anche il rock, senza cavalcarlo fino in fondo.

Giuliano con la compagna Ilaria Macchia

Giuliano con la compagna Ilaria Macchia

UN EGO POLIEDRICO

Probabile gli manchi soltanto l’esperienza di conduttore in radio, per il resto nel mondo della musica Giuliano Sangiorgi ha fatto e sperimentato più o meno di tutto. Ed è andato anche oltre scrivendo un paio di apprezzati romanzi: Lo spacciatore di carne (Einaudi, 2012) e Il tempo di un lento (Einaudi, 2021).

Questa incursione è forse frutto dell’influenza di Ilaria Macchia, la compagna di vita di Giuliano, che di professione fa proprio la scrittrice.

Ma la vera natura della voce dei Negramaro è emozionare cantando e componendo.

I maligni, mutuando la parodia di Checco Zalone di qualche anno fa, sussurrano ridendo: “Noi Negramaro scrivo canzoni bellissime”, a voler sottolineare l’ego prorompente del cantante salentino.

Non sappiamo con certezza se all’interno della band Giuliano abbia sempre l’ultima parola, è certo che la maggior parte dei brani portano la sua firma e che anche grandi nomi del panorama musicale italiano gli devono qualcosa in termini di riconoscenza.

COLLABORAZIONI ILLUSTRI

Da Andrea Bocelli a Patty Pravo, passando per Fiorella Mannoia e Gianni Morandi: sono soltanto alcuni tra i nomi celebri cui Giuliano Sangiorgi ha, per così dire, prestato – o regalato – la sua opera.

Ne spiccano altri per il successo ottenuto con la reciproca collaborazione: Jovanotti, di cui abbiamo parlato in questo articolo, con il quale Sangiorgi ha inciso nel 2008 il brano Safari (dall’omonima raccolta del cantautore toscano) e l’anno successivo Cade la pioggia (traccia presente nel disco dei Negramaro La finestra).

E poi c’è Elisa: con lei sono arrivati pezzi dall’alto contenuto emotivo come Ti vorrei sollevare del 2009 ed esibizioni live da urlo ne La finestra Tour, soprattutto l’ospitata al Forum di Assago alle porte di Milano.

Non manca la dimensione internazionale: nel 2007 arrivò anche la collaborazione con la compianta Dolores O’Riordan nel brano Senza fiato, inserito nella colonna sonora del film Cemento Armato.

Photo shooting dei Negramaro

Photo shooting dei Negramaro

PUGLIA, RADICI PROFONDE

Nonostante il successo ottenuto in quasi vent’anni di carriera, Giuliano Sangiorgi e i Negramaro restano profondamente legati alla terra natia, la Puglia, in particolar modo a quel lembo che si affaccia su due mari e che tanto il resto d’Italia gli invidia: il Salento.

Non è un caso che la band porti il nome del più famoso vino regionale, e che il secondo disco in studio datato 2004 abbia un titolo particolare, 00577: tra le tante declinazioni possibili è pure il codice merceologico con cui il Negroamaro viene identificato.

Il legame con la Puglia si rintraccia anche nei suoni della band, in alcuni arrangiamenti più originali, e inoltre nella scelta di certe cover pescate dal passato: Meraviglioso, per esempio, venne portata al successo nel 1968 da Domenico Modugno, nativo di Polignano a Mare.

LO SGUARDO AL PASSATO, MA NON VERSO IL ROCK

La predilezione per le cover e per gli anni ’60 del secolo scorso è stata ricorrente nell’arco della carriera dei Negramaro.

Oltre al già citato brano di Modugno, nel disco Mentre tutto scorre (2005, album della svolta e degli elogi a Sanremo) è presente L’immensità, canzone scritta da Mogol e portata al successo da Don Backy nel 1967.

Soprattutto quest’ultimo pezzo fu reinventato in chiave rock, il che fece pensare a una band fresca che guardasse sì al passato, ma con un orecchio finalmente teso verso il futuro.

Questa premessa si è un po’ smarrita negli anni, disattesa come accaduto a band internazionali che sono state la pietra di paragone per gli esordi dei Negramaro, vale a dire Muse e Coldplay.

Gli anni portano esperienza, maturazione e di conseguenza scelte diverse: a vent’anni si è incendiari e a quaranta pompieri, diceva Longanesi. E, forse, la verità è tutta in questa frase.

 

A ogni modo gli anni per Giuliano sono qualcuno in più, 43.

Il modo di festeggiarli degnamente lo ha trovato riabbracciando la figlia dopo alcuni giorni di isolamento a causa del Covid che non ha risparmiato nemmeno lui.

Tampone finalmente negativo e una bimba da stringere di nuovo tra le braccia: siamo certi che per lui sia il compleanno più dolce. Auguri di tutto cuore.


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