Colonne di San Lorenzo: sulle tracce della Milano romana

Scritto da il Ottobre 17, 2022

Oggi facciamo una passeggiata alle colonne di San Lorenzo, un luogo iconico della città di Milano.

Anzi ci concediamo un po’ di tempo e ci sediamo idealmente su una delle panchine che sono sui due lati della piazza per goderci la vista dello spazio che ci si apre davanti.

Da un lato la Basilica di San Lorenzo, dall’altro le sedici misteriose colonne romane, che portano lo stesso nome della Basilica, alla quale sono legate sin dalla prima costruzione avvenuta all’incirca tra il IV ed il V sec. d.C., quando Milano si chiamava Mediolanum ed era una città romana, anzi era la capitale dell’Impero romano d’Occidente.

Un tempo questa piazza era un atrio quadriportico, uno spazio scoperto delimitato da fabbricati e portici, che accoglieva i fedeli prima dell’ingresso alla Basilica.

Le Colonne di San Lorenzo

Le colonne di San Lorenzo, sono ciò che resta oggi della struttura originaria del quadriportico, del quale costituivano l’ingresso principale.
Sono sedici colonne, sedici bellissime colonne corinzie, con i loro capitelli decorati con foglie di acanto.

Gran parte delle strutture di questo quadriportico furono demolite negli anni ’30 insieme alle case che, nel corso del tempo, gli erano state costruite a ridosso e che probabilmente ne conservavano le strutture originarie.

La Basilica di San Lorenzo

Doveva essere molto suggestiva la vista della basilica, con la sua cupola che spuntava dal porticato di ingresso, quando il tessuto urbano esistente di fronte alle colonne non era fitto come quello attuale e quindi era possibile una vista della basilica da lontano.

Quella di S. Lorenzo è una delle chiese più antiche di Milano, con le sue origini paleocristiane, delle quali restano tracce nelle due cappelle di S. Aquilino e S. Ippolito ancora esistenti. Ovviamente l’aspetto attuale è il risultato di diversi interventi succedutisi nei secoli, a seguito di incendi, crolli e riqualificazioni.

E la sua lunga vita, rende la basilica ricchissima di memorie e di curiosità, ne ricordiamo solo qualcuna:

  • è una chiesa che ha una forma piuttosto rara, ha quattro absidi, con la sua pianta centrale tetra-conca, che in greco significa appunto quattro conchiglie;
  • custodisce il dipinto della Madonna del Latte, che nel 1585 era esposto in piazza Vetra e al quale si attribuisce il miracolo di aver guarito una donna. Al miracolo seguirono diverse offerte che permisero di terminare i lavori di ricostruzione della cupola iniziati dal cardinale Carlo Borromeo.

L’Anfiteatro

Poco distante dal complesso di San Lorenzo un tempo sorgeva l’Anfiteatro romano.

Fu costruito nel primo secolo d.C. e rimase in piedi all’incirca fino al IV sec d.C. L’anfiteatro di Milano era molto simile al Colosseo o all’arena di Verona (della quale era un po’ più grande), ed ospitava oltre 35.000 spettatori che andavano ad assistere agli spettacoli dei gladiatori.

E, come è accaduto per molti altri edifici importanti nella storia, caduto in disuso, il materiale del quale era stato costruito l’anfiteatro venne utilizzato per la costruzione di altri edifici, tra i quali la stessa basilica di San Lorenzo ed antichi argini dei Navigli.

Quello che resta dell’anfiteatro milanese è poco, ma sufficiente a rendere l’idea della magnificenza dell’opera originale. Restano parzialmente le strutture di fondazione, 14 muri radiali, ciascuno lungo circa 17 metri e largo più di un metro, che costituivano le strutture di sostegno delle gradinate per gli spettatori

Nell’area dell’anfiteatro, intorno alle poche rovine rimaste, si sta realizzando un parco archeologico che si chiamerà PAN, Parco Amphitheatrum Naturae, promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Milano, un mix di archeologia e natura, che restituirà a Milano gli affascinanti resti dell’architettura di epoca romana, per molto tempo rimasti nascosti dietro una recinzione, e permetterà a tutti di fare esperienza di un vuoto urbano imponente, situato all’interno di un tessuto edilizio fitto fitto, ricco di memorie del passato e di suggestioni per il futuro.


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