Afrika Bambaataa: 50 anni di rap!

Scritto da il Marzo 16, 2023

Quale miglior modo può esserci di celebrare il 50esimo anniversario della nascita dell’hip hop ad un evento che ricordi il primo block party tenutosi nel 1973 nel Bronx con DJ Kool Herc in consolle? A ricreare questa atmosfera ci ha pensato il Legend Club di Milano che lo scorso 3 marzo 2023 ha ospitato uno dei padri fondatori dell’hip hop: il leggendario DJ Afrika Bambaataa. Il live faceva parte di un tour europeo che in Italia lo ha visto esibirsi anche a Napoli e al Salento Fun Park nella cornice della giornata hip hop di “Brin the Noise”. Ad accompagnarlo sul palco come MC, ovvero maestro di cerimonia, il grande Prince Whipper Whip, membro originario dei Grandwizard Theodore & the Fantastic Five.

Da Lance Taylor alla Zulu Nation

Afrika Bambataa, all’anagrafe Lance Taylor, era un ragazzino nero nato nel South Bronx alla fine degli anni Cinquanta, un quartiere con poche prospettive. Entra infatti un una gang, quella dei Black Spades, perché questo angolo della Grande Mela al tempo era quasi una terra di nessuno con frequenti incendi, mancanza di servizi essenziali, droghe e criminalità diffusa. A scuoterlo da questa situazione precaria e dal torpore della mente sarà un viaggio proprio in Africa, a seguito del quale cambierà il suo nome in Africa Baambataa. Questo ritorno alle origini del popolo africano, ricco anche di spunti spirituali, lo tocca particolarmente e gli fa capire che ci deve essere un modo per riscattarne la dignità. La risposta è la musica, ma quella che è vicina e dà voce agli umili che nessuno ascolta. Insomma, bastava inventare l’hip hop! Riesce così a convertire un gruppo di seguaci intrappolato in una spirale di povertà e violenza in un collettivo allargato che sfoga la sua rabbia nelle 4 arti del B-boying, Djing, MCing e writing. Aggiungendo un ulteriore alone salvifico e sacrale lo ribattezzerà Universal Zulu Nation stilando una lista di principi che richiamavano alla convivenza pacifica possibile utilizzando sempre la propria ragione. Per semplificarla: peace and love nel nome della cultura hip hop Afrika Bambaataa si specializza nel djing, e vanta una ricchissima collezione di vinili che gli fa guadagnare il soprannome di “Master of Records”. Il suo merito più grande è quello di aver fatto della contaminazione di generi la chiave per nuove sonorità che hanno rivoluzionato la disciplina dandole da subito un’impronta sperimentale e fortemente innovativa. Tutto si basa sui  “breaking beat” e la sua “Planet Funk” con i numerosi remix lancia questo nuovo genere nello spazio rompendo tutte le barriere. Un cocktail avveniristico di funk e electro, influenzato anche dai tedeschi Kraftwerk, su cui i ballerini continuano a scatenarsi da mezzo secolo.

 

Aspettando Bambataa: gli artisti che hanno avuto l’onore di aprire questo gigante del rap

Gli artisti selezionati per scaldare il pubblico prima dell’apparizione di questi fortissimi rapper newyorkesi dovevano cercare di preparare a quello che sarebbe venuto dopo e che non si vede spesso in Italia al giorno d’oggi: un party con un DJ che fa dei magheggi, accompagnato da un MC che intrattiene il pubblico facendo freestyle o improvvisando con riferimenti concreti alla serata, eventualmente con l’accompagnamento dei break dancers. La scelta è ricaduta quindi sul duo Outboard Music formato dal noto freestyler milanese <strong>Casco aka Helmet</strong>, e da DJ Krash. Il primo è membro della Vikings Crew per la quale partecipa a numerose battle in giro per la penisola e spesso come testa di serie; è stato anche Campione della Regione Veneto del prestigioso torneo nazionale del Tecniche Perfette, di cui ha anche disputato le fasi finali a Senigallia. Casco è un temibile avversario per la sua destrezza nei cambi di flow e per la sua profonda cultura che gli permette di fare citazioni sbalorditive. Il suo fedele compagno DJ Krash è una figura molto nota nell’ambiente lombardo, fa da maestro a molti giovani dj e si è formato a sua volta presso la prestigiosa Skizo Scratch Academy.

Parte Dj Krash mettendo un sacco di dischi che portano back to the roots, Casco nel mentre inizia a coinvolgere il pubblico facendolo rispondere e cantare. Porta poi degli estratti dal loro progetto uscito nel 2022 “Memorie d’inverno”: “Desdemona”, “Hurry Up”, e la stupenda “Jazz Fellas” dal beat molto evocativo e con rimandi che spaziano dal jazz ai cartoni animati compresi gli “Aristogatti”. Dedica anche una canzone a Paziest, rapper e producer mancato di recente, molto amato a Milano. Cogliamo l’occasione per fare le nostre condoglianze R.I.P.

A moderare l’evento uno dei maggiori turntablist del rap italiano, ovvero MastaFive, che è anche il produttore ufficiale dell’appena citata crew dei Vikings. É lui ad affiancare DJ Double S, altrettanto storico DJ del rap in Italia, che recentemente ha seguito Fabri Fibra nel suo “Caos Tour”. Double S ha regalato una mezz’ora di carrellata dei beat più pazzeschi e rappresentativi dell’hip hop americano che solo lui è in grado di snocciolare con grande dovizia filologica: Notorius B.I.G., Busta Rhymes, Cypress Hill, Group Home,  Method Man, Redman, Das EFX, Pharoae Monch.

Adesso il pubblico era abbastanza carico per i protagonisti dell’hip hop delle origini!

Afrika Bambataa e Whipper Whip rapiscono il pubblico del Legend

I piatti sono liberi e Afrika Bambataa si mette alle macchine e per un’ora abbondante rivisita brani storici fra cui ad esempio i Queen, Michael Jackson, Barry White, M.O.P., Run DMC, Jay Z. Propone anche un’unione di rap e ragamuffin davvero esplosiva. L’MC Whipper Whip si adatta sui beat con estrema naturalezza, intonando a tratti, con una potenza vocale inesauribile. Date le sue origini portoricane si lancia anche in freestyle in spagnolo. Ripete e fa ripetere ai presenti fino alla nausea “Hip hop don’t stop”, perché questo genere ha dimostrato un grandissimo potere di rivalsa sociale e deve continuare ad esistere, unire e invitare alla condivisione.

Poi a sorpresa rientrano sul palco Casco e il freestyler campano ora di stanza a Gallarate  D-Clash per un piccolo cypher con Whipper Wip. La lingua non è una barriera e i nostri due talenti nostrani brillano accanto al maestro americano, si adagiano perfettamente sui mix di Bambaataa, e per questo meritano davvero il nostro plauso. Non osiamo immaginare l’emozione che possono aver provato ad avere il privilegio di rappare a fianco di questi due veterani.

Afrika Bambaataa

Grand Finale – Simply Hip Hop

Si avvicina la fine del dj set e i numerosi ballerini presenti fra il pubblico non riescono più a tenere a freno le loro gambe. Cominciano a salire sul palco scavalcando la transenna e ad accoglierli non ci sono omoni della sicurezza pronti a respingerli, ma solo braccia aperte. Nel giro di pochissimo il palco si riempie e a turno ognuno si prende il suo momento e mostra le sue moves e il suo stile. Finisce tutto in abbracci fra Mc Whipper Whip e i b-boys, fly-girls, che poi scendono liberando il palco per gli ultimi minuti. Bambaataa lascia la sua postazione per andare a cantare insieme a Whipper l’ultimo brano con la sua voce forte e decisa. Si tratta di un remix di “Thank you for letting me be myself”, perfetta per sottolineare un importante messaggio conclusivo, che azzardiamo interpretare come un ringraziamento all’hip hop che permette a tutti di esprimersi da cinque decadi, e speriamo ancora per molti anni a venire.


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