Ernia: fare il rap senza paura

Scritto da il Gennaio 29, 2023

Se il rap game fosse un ring, Ernia, che si è guadagnato il soprannome di “Duca”, sarebbe il wrestler in grado di massacrare l’avversario a suon di punchline dritte in faccia senza sporcarsi i polsini con i gemelli d’oro o il colletto della sua camicia bianca immacolata. Il rap di Ernia è infatti una poetica nobile, raffinata e complessa, dominata da una miriade di incastri e citazioni soprattutto letterarie e cinematografiche. Dire che ogni sua barra contiene una punchline non è affatto un’esagerazione. Nonostante non sia uno dei maestri del primo hip hop, Ernia si è già guadagnato velocemente un posto nel consiglio dei saggi. Panegirico? Beh, c’è ben poco da eccepire quando lo si ascolta.

Ernia cresce in un quartiere della periferia di Milano, il QT8 e comincia a rappare assieme ad un’altra futura stella del rap, ovvero Tedua. Il suo talento gli permette di entrare a far parte nel 2011 dei Troupe d’Elite, un gruppo di quattro componenti, fra cui Ghali. Dietro al progetto c’è l’occhio del Guercio che ci vede molto bene, anche se i tempi non sono ancora maturi per qualcosa di veramente nuovo. L’insuccesso di questa formazione arresta momentaneamente la loro ascesa, ma come ben tutti sanno, non ne abbatte lo spirito combattivo. Imboccando strade separate raggiungeranno entrambi grandi risultati. Nel 2017 Ernia esce col primo album solista “Come uccidere un usignolo”, seguito da “68”, “Gemelli” e infine “Io non ho paura”: sempre più in alto.

Ernia

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Ernia non ha paura

Ernia è uno che non ha paura del nuovo, o delle conseguenze che potrebbero derivare dal dire ciò che gli va di dire. E tanto meno ha paura di scrivere ritornelli “pop” che lo hanno portato a invadere le radio più ascoltate in Italia. Per un rapper infatti c’è sempre il rischio di sentirsi dare del venduto quando si fanno canzoni troppo orecchiabili e quindi adatte a un pubblico molto ampio e non di “intenditori”. Ernia sa cantare molto bene e per questo non si pone limiti e scala le classifiche scrivendo un “Superclassico” dietro l’altro. Il titolo del suo ultimo lavoro “Io non ho paura” sembra darci ragione. Chi si è esposto e messo a nudo così tanto ultimamente, arrivando a parlare del tema delicatissimo dell’aborto? E chi è poi riuscito a farlo in maniera così rispettosa, posata, e presentando tutti i punti di vista delle varie parti in causa, specie quelle solitamente dimenticate o non abbastanza considerate? Inoltre la paura è il sentimento che maggiormente regna da quando è scoppiata la pandemia e con il quale dobbiamo cercare di confrontarci per non soccombergli.

Ernia docet anche sul palco

Abbiamo visto Ernia in qualità di artista rap di punta a cui è stato affidato il compito di chiudere la prima serata del Nameless Festival nel giugno 2022 a Lecco. Matteo si era preparato uno spettacolo con la “S” maiuscola. Una carrellata di tutti i suoi maggiori successi, senza risparmiare né fiato né cuore. Il pezzo di apertura non poteva essere più azzeccato, ovvero “Vivo”, uno dei brani più profondi e toccanti tratto da “Gemelli”, seguito per ossimoro da “Morto dentro”. Poi Ernia va giù pesante con le 64 bars per Red Bull su beat di Sixpm, intitolate “Lewandowski VIII” in cui indossa la maglia di bomber della “Rap Liga” e fa sembrare i rapperini là fuori ancora più piccoli di quanto già siano. In realtà sulla maglietta che indossa al Nameless, di colore nero, troneggia la scritta bianca in stampatello “Big Dick is back in Town”. Beh, lui può permetterselo, senza peccare di spavalderia.

Essendosi esibito appena prima di lui il fortissimo Luchè, con il quale ha registrato diversi feat, era facilmente intuibile che sarebbe riapparso sul palco per cantarli assieme. Ecco quindi in regalo “Pensavo di ucciderti” tratto dall’album “Gemelli” di Ernia e “Ci riuscirò davvero”, presente invece nell’ultimo album “Dove volano le aquile” del Maradona del rap partenopeo. Il coro di “Ci riuscirò davvero” intonato da entrambi è meglio di qualsiasi energy drink.

Arriva poi la linea del bus “68” che carica i fan e li riporta nel passato di Matteo, che si sente da sempre “nel mezzo”, fra periferia e centro, adattandosi di volta in volta al contesto, che studia lingue e mangia riso a Londra, che “si sente morto ma poi si risveglia nella cabina di comando”. Il pubblico sa a memoria tutti i brani e doppia i ritornelli con grande trasporto. Una chicca assoluta è stato il pezzo “Apri”, fatto per la prima volta dal vivo, poiché parte della colonna sonora della serie televisiva “Blocco 181” appena uscita su Sky sotto la direzione artistica di Salmo.

“Tutti Hanno Paura Tour”

Manca davvero poco all’inizio del “Tutti Hanno Paura Tour”, con diverse date previste per marzo a Padova, Milano, Roma e Napoli. A Milano la prima data è andata subito in sold out, ma per fortuna ne è stata aggiunta una seconda con ancora biglietti disponibili. Il consiglio è di regalarvi l’ebbrezza di un live di alta classe curato in ogni minimo dettaglio dal Duca: l’investimento e il supporto verranno ampiamente ripagati con zero playback e altissima qualità.


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