Quartiere Barona Milano: miti e leggende

Scritto da il Marzo 5, 2022

Sfogliando le pagine della cronaca del passato abbiamo ricordato l’omicidio del giornalista Walter Tobagi, nel maggio del 1980, in un attentato terroristico della Brigata XXVIII marzo. Il Comune di Milano ha poi intitolato una via a Tobagi in zona Barona: la strada è il proseguimento verso l’esterno di via Ettore Ponti e incrocia la via Santa Rita da Cascia. Soffermiamoci allora sul Quartiere Barona, un’area sud occidentale compresa tra la fermata della linea verde Romolo e quella di Famagosta, in prossimità del Naviglio Grande e di quello Pavese, a ovest del Quartiere Stadera.

Un nome altisonante del quartiere Barona Milano

Il nome ricorda il titolo di barone, titolo ambitissimo che veniva assegnato a chi possedeva molte terre. Altri sostengono che il luogo appartenesse a qualcuno chiamato Barone. La zona è abitata da tempo remoto: lo dimostra il reperimento di armi probabilmente appartenute a una tribù di liguri (3000-4000 anni fa).

Un po’ di storia

In origine la zona era un territorio agricolo che faceva parte dei Corpi Santi di Porta Ticinese, ovvero quei luoghi fuori dalle mura della città in cui si potevano seppellire i defunti. Il borgo rurale sorto in quello spazio venne annesso, come tanti altri piccoli centri che oggi corrispondono ai quartieri periferici al comune di Milano, solo nel 1873. Prima della Prima Guerra Mondiale la Barona ospitò il Football Club Internazionale (poi Inter) e una ditta del settore cinematografico, di circa un ettaro di superficie dove furono girati numerosi film. Negli anni Sessanta venne costruito il Quartiere S. Ambrogio, con la Chiesa dedicata a San Giovanni Bono (1968) che si evidenzia, tra quattro serpentoni di case, per la sua forma a tenda da campo e per la facciata di cemento armato a forma triangolare.

Il quartiere oggi e il Villaggio Barona

Oggi il quartiere Barona è una delle zone dove si può godere maggiormente di verde. Questo si estende verso la campagna, in direzione di alcune cascine attive, in continuità col Parco Agricolo Sud. È una zona molto ben collegata col centro, vi si trova l’Ospedale San Paolo e lo IULM, ovvero la Libera Università di Lingue e Comunicazione, riconosciuta come polo di eccellenza italiano per la formazione nei settori della Comunicazione, delle Lingue, del Turismo e della Valorizzazione dei beni culturali. Troviamo anche il distaccamento del polo di Medicina dell’Università Statale. Non solo.

Negli anni 2000, grazie a Fondazione Cariplo, alla Bpm e a 1500 volontari, viene realizzato a Milano il Villaggio Barona, il primo complesso di housing sociale che ospita 300 persone in 80 appartamenti con affitto calmierato: sono rifugiati politici, studenti, ex tossicodipendenti, ragazze madri e famiglie in difficoltà. Qui le case sovrastano un gradevole parco pubblico affidato all’associazione Opera in Fiore. L’organizzazione, nell’offrire l’inserimento lavorativo a persone in difficoltà sociale, preserva dalla trascuratezza lo spazio verde, prezioso alla vita comunitaria.

Villaggio Barona

Villaggio Barona

Il Barrio’s e il fungo di ferro

In via Barona, all’angolo di via Boffalora, c’è il famoso Barrio’s, uno dei più attivi centri di aggregazione giovanile di Milano, nato nel 1997 grazie a Don Gino Rigoldi e a Comunità Nuova. Chi arriva per la prima volta si sorprende nel vedere una particolare costruzione in ferro che sovrasta la piazza Donne Partigiane: qualcuno lo chiama fungo, qualcun altro lo chiama ufo, astronave, …sta di fatto che i giovani del quartiere lo riconoscono come punto di incontro. Ci sono bar, sale prove, un centro anziani. E …ciliegia su una torta generosa come quella che offre la Barona, non poteva mancare il teatro: è l’Edi Barrios. Costruito ad anfiteatro, può contenere più di 200 spettatori ed è una culla per molti generi di spettacolo, dalla prosa al cabaret, dai concerti di musica classica a quelli di musica jazz.

Barrios

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