Primo appuntamento a Milano con Tinder & co
Scritto da Francesca Zorzetto il Febbraio 22, 2022
– Benvenuti nell’era dell’anti-innocenza, nessuno fa colazione da Tiffany e nessuno ha storie da ricordare. Facciamo colazione alle 7 e abbiamo storie che cerchiamo di dimenticare il più in fretta possibile. –
Così Carrie Bradshow apriva Sex & the city a fine anni novanta. Trovo che la frase d’esordio sia perfetta per il tema di questo mio primo articolo. Io sono Francesca, e in questo nuovo appuntamento di Kristall radio vi farò da Carrie milanese in una rubrica che vuole essere attuale e riflessiva, senza far mai mancare un tocco di ironia.
In questo primo post vi parlo del mondo dei dating al tempo del covid. C’è da chiedersi se la pandemia ne abbia sdoganato l’uso, o se sia solo la scusa che tutti stavamo cercando per iscriverci in massa su Tinder & co. Fatto sta, che l’uso di queste app, soprattutto in grandi città come Milano, è cresciuto e non di poco rispetto al pre pandemia.
In questo articolo mi limiterò a parlarvi di Tinder, perchè fondamentalmente è la più usata dalla mia generazione (i così detti Millenials) e poi, perchè a dirvela tutta, è quella sulla quale posso vantare una certa esperienza.
Chi di noi non si è mai trovato in preda allo sconforto di fronte all’ennesimo caso umano? Ho nutrito dubbi così seri sulla possibilità di trovare un essere umano interessante, che avrei contattato il signor Tinder in persona… Certo, voi direte, a un certo punto devi chiederti se il problema non sia tu. Beh, vi faccio una panoramica attuale di cosa trova mediamente su Tinder una ragazza di Milano.
L’uomo medio tinderiano
- Abbiamo l’uomo in carriera, quello che dopo il ciao ti dice: “io sono manager nel posto x, ma prima ero vice in quell’azienda top, senti vado in pale, poi ci facciamo un ape? E tu cosa fai? Ah si interessante, senti ma hai insta ?
- Il filosofo: vederti in quella foto mi ha ricordato la mia infanzia e questo mi fa pensare a quanto sia difficile avere rapporti di valore oggi… solo più tardi scoprirai che i rapporti di valore quello non li ha perchè è un narcisista covert che vive con mamma ed ha il terrore dei cambiamenti.
- Quello che “ sono a Milano per poco tempo” e ti invita in hotel ancora prima di averti vista.
- Il tizio che mette le foto con la ex, ma tagliando a metà la sagoma di lei, su questo non vi so dire perchè non lo matcho nemmeno per sbaglio. Però, ogni volta che ne vedo uno, penso…”boh”…
- Quello che non vedi la faccia, ma solo addominali, pure sfocati generalmente e magari ci infila qualche immagine di cinquanta sfumature di grigio, tanto per rendere chiaro a cosa ambisce.
Sembrano tutti prototipi con passioni simili, obiettivi indefiniti ed il segno zodiacale come bio. In questa grande vetrina post pandemica non troviamo l’imbarazzo della scelta, ma invece troviamo generalmente noia e indecisione. Questo genere di approcci, oltre a toglierci l’imbarazzo della conoscenza di persona, sembrano giustificarci improvvise sparizioni nel bel mezzo di una conversazione, tutto quello che prima non ci potevamo permettere ora ci è permesso, ma a quale prezzo?
Insomma, capirete che non è semplice la situazione, ma una volta che sei nella fossa dei leoni tanto vale che impari a combattere.
Perchè tanta fatica?
D’altro canto, anche per i maschi sembra che non sia impresa così semplice trovare qualcuno. Sì, lo ammetto, ho approfittato di qualche mio date per farmi dare informazioni; chiamiamole ricerche sociali. Molti mi hanno riportato una difficoltà nel trovare partner interessanti, ossia che avessero qualcosa di cui parlare che destasse la loro attenzione. Casi limite a parte, mi è parso che il difficile non sia tanto trovare qualcuno con cui finire a letto, bensì qualcuno con cui parlare.
Ho spesso domandato alle persone cosa cercassero e devo dire che quasi tutti rispondono allo stesso modo “qualcuno di interessante, poi si vedrà”. Credo che parte del problema, se così lo si vuole chiamare, stia in come è formulato. In altre parole, come possiamo trovare quello che vogliamo se non sappiamo nemmeno con chiarezza cosa vogliamo?
L’impressione che queste app siano un passatempo da “attesa dell’autobus”, è sempre più forte. Nella frenesia milanese c’è poco tempo per conoscersi e la filosofia adottata sembra essere “o mi colpisci nei primi trenta secondi di conversazione o non ne vale la pena”.
Tutto condivisibile, però, dobbiamo tenere conto del contesto in cui viviamo e del fatto che le persone sono sempre più bloccate dietro uno schermo. Questo mi porta a pensare che in realtà, se usati con una maggiore cognizione, Tinder e simili sono strumenti niente affatto male per conoscere persone e potenziali partner. Lo so, dico questo dopo il glorioso elenco di soggetti che ho statisticamente estratto dalla mia esperienza ? Sì, forse sono pazza, ma anche Carrie finirebbe per essere ottimista dopotutto.
Primo appuntamento a Milano
Poniamo il caso che siate riusciti a districarvi in questa valle di lacrime ed abbiate portato a casa l’ipotesi di un appuntamento decente: subito scatta la domanda dove la-lo porto?
A Milano le opzioni non mancano, ma a volte troppa scelta confonde. Intanto dovrebbe essere chiaro se si intende cenare, bere un drink o un caffè. Per una prima uscita direi che le opzioni migliori non includono un vero e proprio pasto, se non ci trovasse bene ci si ritroverebbe incastrati per molto più tempo di quello che si sperava. Insomma per la cena c’è sempre la seconda uscita.
Se si vuole colpire nel segno un drink al Ronin in Chinatown è una valida opzione. Pensato su più livelli, questo locale di recente apertura, ci fa immergere nella cultura nipponica con uno stile sofisticato e non banale.
In alternativa, il quartiere Isola offre sempre tanti spunti con i suoi mille locali. Per un drink after dinner consiglierei l’atmosfera del Lupo, luci soffuse tra poltroncine e scacchiere; oppure una tapas con sangria all’Ajo Blanco.
Se amate la movida, in Porta Venezia si trova sempre qualcosa: dai locali più eleganti come il San Pietro ai localini con i tavoli fuori in zona via Lecco.
Per gli appuntamenti successivi, se ci dovessero essere, sì alla cena o aperitivo, ma sì anche a uscite inedite come visitare una mostra o un luogo di particolare interesse.
Buona fortuna gente, con l’augurio che questo post vi sia stato utile se non altro a sentirvi meno soli in questa giungla digitale che circonda tutti noi.